Lavoro: ad aprile 2025 occupazione stabile, cala la disoccupazione ma crescono gli inattivi
Politino (Assoesercenti): “Segnali positivi, ma attenzione alla partecipazione attiva al lavoro e alla qualità dell’occupazione”
Secondo i dati provvisori diffusi da Istat relativi ad aprile 2025, il mercato del lavoro italiano mostra una stabilità dell’occupazione rispetto al mese precedente, accompagnata da una riduzione della disoccupazione e un aumento degli inattivi nella fascia d’età 15-64 anni.
Il tasso di occupazione resta stabile al 62,7%, mentre il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,2 punti percentuali). In calo anche la disoccupazione giovanile, che si attesta al 19,2% (-1,2 punti). Tuttavia, cresce la quota di inattivi, con un incremento dello 0,3% (+39mila unità), portando il tasso di inattività al 33,2%.
A livello congiunturale, la crescita degli occupati si concentra tra gli uomini, i 25-34enni, gli over 50, i lavoratori autonomi e i dipendenti a termine, mentre risultano in calo le donne occupate, i giovani e i dipendenti a tempo indeterminato.
Nel confronto annuo, gli occupati aumentano di 282mila unità (+1,2%), grazie alla crescita dei dipendenti permanenti (+345mila) e degli autonomi (+110mila), a fronte di una riduzione dei dipendenti a termine (-173mila).
“I dati confermano una tendenza positiva sul fronte dell’occupazione stabile, in particolare tra i lavoratori autonomi e i dipendenti a tempo indeterminato, segno di una struttura del mercato del lavoro che inizia a consolidarsi – commenta Salvo Politino, presidente nazionale di Assoesercenti –. Tuttavia, la crescita degli inattivi, soprattutto tra i giovani, resta un campanello d’allarme. È necessario investire con decisione su politiche attive, formazione mirata e sostegno all’imprenditorialità, per favorire una partecipazione piena e qualificata al mercato del lavoro.”
Assoesercenti continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione del mercato occupazionale, auspicando interventi strutturali in grado di rafforzare l’inclusione lavorativa, soprattutto delle fasce più fragili della popolazione e del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese italiane.